Pensierini Quaresimali Anna Micheli
Seconda domenica

Il vangelo di questa seconda domenica di Quaresima ci ha descritto la scena della trasfigurazione.
Siamo sul monte Tabor e davanti ai tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni appare la visione del Signore trasfigurato.
Un’atmosfera di pace e di gioia calata sul monte avvolge i tre apostoli. Per loro, reduci da fatiche, dubbi e contrasti, è come sentirsi improvvisamente dentro un porto tranquillo dopo la tempesta, a tal punto che vogliono restare, fermarsi lì, e trovano concretamente la modalità secondo quale realizzare il progetto: “Facciamo tre tende”.

Ma ecco che Gesù si alza, li scuote e dice loro “Alzatevi”, e senza fiatare, anche se a malincuore ritornano a valle, dove trovano la folla e gli apostoli, dove ritrovano la fatica, i dubbi e i contrasti.

 

IL VANGELO E L’UOMO

Questo momento del Vangelo illumina un’esperienza che ogni cristiano,prima o poi deve fare nella sua vita. Arriva il momento nella nostra esistenza in cui si stabilisce una certa calma,tranquillità e, perchè ,non anche la tranquillità e, perchè no anche la felicità; le difficoltà si sono appianate, bene o male si è raggiunto un certo equilibrio economico, morale, familiare. In una parola : ci sembra di essere finalmente sul monte Tabor. Non vorremmo più sentire parlare di dolori, lutti, malattie, sofferenze. Qualche volta il Signore,nei suoi piani, lascia l’uomo per parecchio tempo in questo porto tranquillo. Ma poi Egli ci viene vicino, tra pene, contraddizioni, contrasti e malattie.

IL VANGELO E IL DISCEPOLO

Fin qui il destino di ogni uomo, credente o non, non è solo il discepolo di Gesù che passa attraverso questa esperienza. In ciò siamo tutti uguali. Anche l’ateo ha il suo Tabor, dal quale deve scendere per salire al Calvario. La differenza è solo nell’atteggiamento che l’uomo assume di fronte a questa esperienza, nello spirito con cui vive. Qui il discepolo di Gesù deve distinguersi da chi non ha fede. E come? Dalla risposta che darà al comando di Gesù : “ Alzati e cammina”. Per Abramo, questa voce del Signore si espresse con le parole della prima lettura:” Esci dal tuo paese, dalla tua patria, dalla casa di tuo padre”, Egli stava bene tra i suoi, era felicemente sposato con Sara.

La voce del Signore gli intima; “Alzati e va”. Si tratta di un comando doloroso, ma non capriccioso,da parte di Dio , perchè ciò che gli promette è molto più di quello che gli chiede: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra”. E Abramo partì come il Signore gli aveva ordinato”,. Questo momento della vita di Abramo è l’espressione plastica della fede ; per questo noi continuiamo a considerare questo pastore di più di quattromila anni fa “ nostro padre della fede” Dio lo chiamò . Egli rispose Sì, fidandosi di lui, anche se non sapeva esattamente cosa l’attendeva e anche se non aveva certezze, garanzie . Questo eccomi della fede noi lo abbiamo pronunciato nel battesimo,in una fase della nostra vita in cui non potevamo dare un contenuto, Ecco perchè siamo chiamati a rendere cosciente questa scelta, La Quaresima è l’occasione per eccellenza per riportare alla luce questo impegno che a volte sta nascosto dietro la nostra quotidianità. Chiamandoci a conversione il Signore ci invita a fare l’esperienza di Abramo e quella degli apostoli sul Tabor:uscire,scendere e andare.

Uscire dalla routine della vita su cui siamo ancorati, scendere ,dal nostro egoismo ed andare verso il futuro della fede, aprendoci alle promesse che Dio ci fa e alle opere. Il paese che Dio ci indica, per Abramo era la terra promessa ,la Palestina; per noi è il Regno di Dio, non solo quello dopo la morte ,ma quello che è già tra noi, in terra per l’avvento del quale preghiamo nel Padre nostro,quel Regno di Dio che altro non è se non la volontà di Dio su di me che aspetta di essere compiuta.